Sono nato a Genova il 14 dicembre 1946. Dopo aver frequentato il liceo classico “A. Doria” mi sono iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza di Genova, dove mi sono laureato il 18 dicembre 1969, discutendo una tesi in Diritto costituzionale sui profili costituzionali dell’indennità di espropriazione.
Nell’ottobre del 1972 sono entrato in pianta stabile nell’Università di Genova come assistente ordinario in Diritto costituzionale e ho continuato la mia attività di ricerca e di assistenza alla didattica sino al 1 novembre 1980, anno in cui, vincendo il concorso nazionale, ho preso servizio come Professore ordinario di Diritto costituzionale nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari.
La soddisfazione per l’esito del concorso è stata accresciuta dal fatto che l’apprezzamento per gli esiti della mia ricerca è provenuto da una Commissione composta da indiscussi “maestri” della scienza costituzionalistica: Vezio Crisafulli, Paolo Biscaretti di Ruffia, Temistocle Martines, Sergio Fois, Antonio Baldassarre, Federico Sorrentino, Sergio Panunzio.
Negli anni di formazione a Genova, i miei interessi sono stati orientati dalle principali riforme intervenute in quegli anni. L’istituzione delle Regioni mi ha consentito di vivere i primi passi di vita delle Regioni seguendo da vicino i lavori per la stesura degli Statuti regionali e l’elaborazione dei decreti di trasferimento delle funzioni amministrative del 1977. L’approvazione della legge sul divorzio e il conseguente referendum abrogativo hanno incrementato il mio interesse nei confronti degli istituti di democrazia diretta; mentre la partecipazione alla Consulta europea istituita dal Consiglio regionale della Liguria mi ha stimolato ad approfondire tematiche connesse alla formazione di sistemi costituzionali multilivello.
Nel mio primo anno di insegnamento presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari, ho preparato un corso di natura monografica sulle vicende costituzionali del “periodo transitorio” e sui lavori preparatori l’attività dell’Assemblea costituente. Mi pare che tale scelta sia stata apprezzata dagli studenti che hanno partecipato numerosi alle lezioni, e alcuni di loro hanno dedicato a queste tematiche la loro tesi di laurea.
Nei sei anni di permanenza in Sardegna, oltre che apprezzare l’ospitalità dei sardi e ammirare le bellezze dell’isola, ho potuto approfondire nuovi argomenti come le autonomie speciali, la disciplina dei parchi e dei beni culturale e ambientali
Nello stesso periodo è anche maturato un legame speciale con i giuristi spagnoli e un interesse (che mai è venuto meno) per il sistema costituzionale spagnolo. Agli inizi degli anni ’80, in occasione di uno dei tradizionali incontri tra costituzionalisti europei che erano organizzati dall’Università di Aix en Provance, conobbi un giovane professore di Diritto amministrativo – Javier Salas – che con grande entusiasmo mi parlò della transizione dal franchismo verso la democrazia, della nuova Costituzione democratica e del dinamismo che stava coinvolgendo l’intera società spagnola. Quando vidi in televisione le immagini del tentativo di colpo di Stato di Tejero Molina, che dentro l’aula delle Cortes minacciava con le armi i parlamentari da poco eletti, ebbi subito l’impulso di telefonare (non esistevano ancora le mail) all’amico Javier per avere notizie sulla situazione a Madrid e per essere rassicurato circa la sua sorte personale. Per fortuna il tentativo di golpe non ebbe successo e la giovane democrazia spagnola dimostrò di essere salda.
Poco dopo, Javier mi invitò a Madrid. Colsi l’occasione al volo: presi un anno sabbatico e avviai un progetto di ricerca sul Tribunale costituzionale spagnolo che si concluse con una lavoro monografico edito da Jovene (Tribunale costituzionale e indirizzo politico in Spagna). Soggiornai presso la Residencia de los estudiantes di Madrid dove si respirava ancora la presenza di molti esponenti della cultura spagnola del XX secolo: da Federico Garcia Lorca a Luis Buñel, da Salvador Dalí a Miguel Unamuno, da Manuel de Falla a Rafael Alberti.
Attorno al neo istituito Tribunale costituzionale si raccolsero come letrados i migliori esponenti della giovane tradizione del diritto costituzionale (va ricordato che tale disciplina non esisteva durante il franchismo, dove si insegnava al suo posto Derecho político), con i quali ebbi il privilegio di stringere un sincera amicizia: ricordo ancora adesso la disponibilità e gli insegnamenti del Professor Rafael Gómez-Ferrer, ordinario di diritto civile, ma di grande cultura pubblicistica; i colloqui con Garcia de Enterría, maestro di Diritto amministrativo. Inoltre, il collegio dei Letrados – di cui facevano parte giovani studiosi come Javier Salas, J. Jimenez Campo, Ignacio de Otto, Luis López Guerra- si riuniva ogni settimana per approfondire tematiche inerenti la giustizia costituzionale e divenni un invitato permanente alle loro riunioni.
Si è trattato per me di un’esperienza formativa fondamentale che mi ha fatto capire come il diritto comparato non possa essere studiato e compreso solo attraverso la lettura dei testi, ma necessiti di una conoscenza “dal vivo” della vita dell’ordinamento che si intende studiare: pena grandi fraintendimenti. A partire da quegli anni le mie frequentazioni con la realtà del costituzionalismo spagnolo hanno avuto una cadenza quasi annuale.
Nel 1986 mi trasferii all’Università di Siena presso la Facoltà di Scienze economiche e bancarie a causa del trasferimento a Roma di Carlo Alberto Capotosti: alcune remore per altro trasferimento lontano da Genova furono superate in seguito a un incontro con il neo eletto Rettore Luigi Berlinguer, che avevo conosciuto negli anni ’70 in occasione delle riunioni della Rivista Democrazia e Diritto.
L’esperienza senese, che durò sino al 2003, favorì la mia maturazione come giurista grazie alla qualità delle strutture universitarie, al prestigio della Facoltà di Scienze economiche e bancarie, alle risorse che l’Ateneo metteva a disposizione della ricerca e della mobilità internazionale dei docenti e degli studenti.
Una crisi imprevista della governance della Facoltà mi catapultò inaspettatamente in uno scenario per me del tutto nuovo, quando con il voto quasi unanime del Consiglio di Facoltà venni eletto Preside per il triennio 1986-1989. Tale carica mi fu rinnovata per altri otto anni e rappresentò un banco di prova difficile, anche se – riflettendo su tale esperienza – debbo considerami fortunato di aver vissuto questa esperienza.
Gli impegni accademici mi hanno inserito in un contesto europeo, di forte cambiamento delle regole universitarie: erano gli anni in cui si stava sperimentando il nuovo Programma Erasmus ECTS per la mobilità studentesca e la Facoltà di Economia di Siena fu inserita dall’Unione europea come rappresentante italiana nel gruppo di lavoro per organizzare l’internazionalizzazione della didattica. Ho potuto in tal modo conoscere le esperienze di Atenei appartenenti a tutti gli Stati dell’Unione e cercato di trasferire le loro best praticies nella realtà senese. Negli stessi anni la Facoltà dovuto gestire (in anticipo rispetto ad altri Atenei italiani) un’ampia trasformazione degli ordinamenti didattici, introducendo sin dall’inizio degli anni ’90 la semestralizzazione di tutti i corsi, l’inserimento di corsi interamente in lingua inglese, il coordinamento tra la laurea triennale e il biennio specialistico.
La disponibilità del Rettorato a collegare l’attività della Facoltà di Economia alle numerose riforme amministrative approvate dal Parlamento (dirigenza pubblica, ordinamento degli enti locali, nuovi trasferimenti di funzioni dallo Stato alle Regioni) ha fatto sì che si potesse attivare a Siena, in una prestigiosa struttura messa a disposizione dalla Banca Monte dei Paschi di Siena (Villa Chigi Farnese alle Volte Alte), una Scuola di specializzazione per la formazione di dirigenti pubblici.
Infine, la qualità delle strutture per la ricerca e la consistenza dei finanziamenti riservati all’organizzazione di Seminari e di Convegni internazionali nonché l’appeal che la campagna senese aveva per gli studiosi stranieri- hanno favorito le relazioni internazionali: nella convinzione che il progresso della ricerca necessita di una comunità scientifica senza frontiere.
Nel periodo 1989 – 2014 (anno del mio ritorno a Genova) sono riuscito ad attivare di tre “strumenti” organizzativi : il Corso di dottorato in diritto pubblico comparato; il Centro di ricerca e formazione sul diritto costituzionale comparato dell’Università di Siena ; la pubblicazione con cadenza regolare di volumi collettivi dall’interno della Collana “Quaderni per la ricerca” (Giappichelli editore) e “Temi di diritto costituzionale comparato” (Giuffrè editore).
Un apporto determinante è stato fornito sia da una Convenzione con il Centro de estudios constitucionales di Madrid ( divenuto poi Centro de estudios políticos y constitucionales), sia da accordi bilaterale con diversi Atenei europei, nordamericani e dell’America latina. La Convenzione, in particolare, ha consentito di organizzare con cadenza biennale diversi presso la Certosa di Pontignano (SI), di dotare la Biblioteca della Facoltà di economia di Siena di una ricca sezione dedicata al diritto costituzionale spagnolo. Inoltre, ha permesso di ospitare numerosi visiting provenienti da Università spagnole.
Il ritorno a Genova presso il Dipartimento di Giurisprudenza ha concluso il percorso scientifico iniziato nella stessa sede nel 1971. La mia prima impressione fu che, dopo 24 anni, non fosse cambiato niente: la gran parte dei professori ordinari era costituita da assistenti e cultori della materia che avevo conosciuto negli anni ’70, le aule e le stanze del Dipartimento erano sostanzialmente le stesse, comprese le targhe all’ingresso della sede del Dipartimento in via Balbi 30. Inoltre, gli studi in Dritto pubblico comparato non erano adeguatamente sviluppati (a differenza di quelli privatistici) e uno dei miei principali impegni è consistito nel favorire la formazione comparatistica di giovani promettenti e di invitare a Genova autorevoli studiosi stranieri.
Dal 2004 al 2016, pur nella ristrettezza delle risorse a disposizione e dei vincoli burocratici presenti (era oramai lontana l’esperienza senese), si sono potuti organizzare seminari su tematiche di diritto comparato come: “La riforma degli Statuti e le prospettive del regionalismo spagnolo, marzo 2006; “Il decentramento politico in Italia e in Spagna, novembre 2006, “La Carta canadese dei diritti e delle libertà secondo la giurisprudenza della Corte suprema del Canada, settembre 2007; “La riforma delle competenze del Tribunale costituzionale spagnolo, aprile 2008; “Diritto comunitario e tecniche di common law: rapporti tra la giurisprudenza comunitaria e quella inglese”, maggio 2008; “ L’utilizzazione della normativa internazionale in materia di diritti da parte dei giudici ordinari” , giugno 2009; “Trasformazioni delle forme di governo in America latina, tra presidenzialismo e parlamentarismo: l’esperienza dell’Argentina”, febbraio 2010;“ Il principio di proporzionalità e il multiculturalismo”, giugno 2010; “Il regionalismo spagnolo dopo la sentenza del Tribunale costituzionale spagnolo sullo Statuto della Catalogna”, febbraio 2011, “ Pluralismo religioso e laicità in Europa e Nord America, aprile 2011; “Lo Stato asimmetrico spagnolo: diritti storici e fatti differenziali, maggio 2012; “Transizioni democratiche nel Nord Africa, aprile 2013;” Crisi economica e crisi costituzionale europea, maggio 2013; “La principale giurisprudenza del Tribunale costituzionale spagnolo in materia di diritti”, luglio, 2013; “ La parlamentarizzazione delle forma di governo presidenziale in America latina”, marzo 2014; “Islam e shari’a nelle Costituzioni di alcuni paesi “, aprile 2014; “Effetti della crisi economica sul sistema costituzionale spagnolo”, gennaio 2015.
Ho insegnato, sino al 2017,Diritto pubblico comparato e Diritto costituzionale I e II. Inoltre ho racchiuso i contenuti della mia attività didattica nell’opera “Il sistema costituzionale italiano”, in quattro volumi edito Giuffrè di Milano: utilizzato come manuale dagli studenti è giunto nel 2018 alla Sesta edizione.DTerminati gli impegni didattici nell’Università ho potuto concentrare la mia attività nell’approfondimento di alcuni temi che non ero riuscito a portare a termine negli anni precedenti: tra questi la formazione storica del pensiero federale con particolare riferimento al contesto americano e una più compiuta riflessione sulla trasformazione della giustizia costituzionale a cento anni dalla sua prima esperienza.
Nel periodo 2017- 2019 hanno avuto per me un particolare significato la partecipazione a due eventi internazionali svoltosi nel Centro America.Il primo si è svolto in Costa Rica nel 25-27 aprile 2017 nella sede de l’Instituto de Derechos Humanos dove sono intervenuto con una relazione su “Origen y desarrollo del juicio de amparo en America Latina”. Il seminario, cui hanno partecipato amici e colleghi dell’America latina e della Spagna, aveva come obiettivo celebrare il pensionamento di un grande amico e studioso costarricense: Rubén Hernandez Valle. Lo avevo conosciuto trent’anni fa durante il mio insegnamento all’Università di Siena, quando era arrivato come ambasciatore della Costa Rica a Roma. Sin dal primo incontro ha manifestato una grande umanità e disponibilità a collaborare: oltre che partecipare come relatore a diversi seminari senesi e come autore a pubblicazioni da me coordinate, Rubén ha rappresentato una guida imprescindibile per farmi conoscere la peculiarità dei sistemi costituzionali americani. Grazie a lui ho potuto partecipare a vari incontri organizzati a San José sia dall’Instituto de Derechos Humanos, sia dalla Sala Constitucional e dall’Università della Costa Rica. Oltre al profilo scientifico del nostro rapporto, ha avuto un grande ruolo nella mia formazione il rapporto umano e amicale che sono riuscito a instaurare con lui e la sua famiglia.
Successivamente, nel 13-15 novembre del 2019 ho avuto l’onore di tenere la relazione introduttiva al Congresso internazionale organizzato a Città del Guatemala da l’ Instituto de Justicia Costituzionale sul tema “La evolución de los Tribunales constitucionales y su papel en la democracia moderna”. Non conoscevo la realtà costituzionale del Tribunale costituzionale del Guatemala se non attraverso gli scritti del Prof. Garcia Laguardia. L’impressione ricevuta nel corso dei tre giorni del Congresso è stata particolarmente positiva sia sotto il profilo della qualità del dibattito, che della modernità della formula organizzativa utilizzata e della strumentazione tecnologica utilizzata a supporto delle relazioni e del dibattito successivo (che, a mio giudizio, meriterebbe di essere introdotta anche nel nostro ambito universitario). Il Congresso si è articolato in una sede accademica (con la partecipazione di docenti, avvocati, magistrati, funzionari pubblici e studenti) e in una sede pubblica (aperta alla popolazione interessata): nel primo caso erano presenti più di 300 iscritti, nel secondo hanno partecipato circa 200 giovani. Evidenziando un interesse per il tema della legittimazione democratica del giudice costituzionale: importante anche in considerazione della particolare condizione costituzionale del Guatemala e che sarebbe auspicabile riscontrare anche nel nostro paese.
Una volta uscito dai ruoli universitari e terminata la mia lunga esperienza di insegnamento nei Corsi ufficiali di Diritto costituzionale, di Diritto pubblico comparato, di Istituzioni di diritto pubblico presso le cattedre della Facoltà di Giurisprudenza di Cagliari, la Facoltà di Economia di Siena e la Facoltà di Giurisprudenza di Genova, mi sono dedicato interamente alla ricerca scientifica. L’obiettivo di questa fase non consiste nell’individuare nuove aree tematiche, bensì di sistematizzare, completare e meglio organizzare il mio pensiero relativo ai principali filoni di ricerca che hanno attraversato la mia esperienza accademica: la codificazione e la tutela dei diritti, i sistemi di giustizia costituzionale, le autonomie territoriali. A questi temi si sono aggiunti di recente alcuni approfondimenti sui caratteri delle principali culture costituzionali europee e dell’America latina dove ha cercato di utilizzare congiuntamente il metodo comparato e quello storico.
Nel periodo 2023-2024, nell’ambito delle relazioni internazionali ho contribuito a organizzare, sotto il profilo scientifico, due giornate di studio italo-spagnole sul tema “El Estado asimétrico: perspectivas comparadas” svoltesi rispettivamente a Madrid (18 dicembre 2023),presso la Facoltà di Diritto dell’Università Complutense di Madrid, e a Genova ( 18 marzo 2024) presso Il Dipartimento di Scienze politiche e internazionali.
Sotto il profilo monografico ho cercato di aggiornare – nei contenuti e nel metodo – il Manuale di diritto costituzionale , che a partire dal 2024 è edito dalla Casa editrice G.Giappichelli di Torino; così come è stato edito, insieme alla Prof.ssa Irene Spigno, il volume “Elementos de Derecho constitucional de America Latina, Tiranti lo Blanc, Ciudad de México,2024. Nello stesso periodo ho affrontato, in una chiave comparata, il regionalismo italiano e spagnolo; l’evoluzione delle Corti Supreme del Nord America (Canada, Stati Uniti d’America, Stati Uniti del Messico), il ruolo delle Corti Supreme nella tutela dei diritti; la tutela costituzionale dei diritti delle future generazioni. Dal settembre del 2024 faccio parte del Comitato direttivo della Sezione Italiana dell’Instituto Iberoamericano de Derecho Constitucional.